I conservanti del sapone

Cosa sono, quali sono e perché sceglierli

Il sapone naturale autoprodotto (metodo a freddo) non contiene conservanti dal momento che la scarsa quantità di acqua (che dovrebbe essere evaporata per la maggiore durante la stagionatura) e il ph particolarmente basico non dovrebbero consentire facilmente la proliferazione batterica.

Gli acidi grassi presenti negli oli o gli ingredienti aggiuntivi potrebbero invece far irrancidire il sapone. Più esattamente i grassi non saponificati che lasciamo liberi (per avere un sapone più nutriente) vanno a male nel corso del tempo ossidandosi e facendo letteralmente marcire il sapone. Esatto, anche il sapone home-made va a male. Sul web leggo “il sapone naturale non ha scadenza e si conserva all’infinito” non è vero nel caso del sapone fatto in casa. Anche questo ha la sua scadenza e deve essere consumato prima che il processo di irrancidimento sia evidente. Insomma inseriamo ingredienti organici e vivi come gli oli vegetali (che hanno anch’essi una scadenza), quindi in presenza di sconto della soda, è ovvio che prima o poi qualcosa si deteriori.

La saponetta comincia a trasformarsi virando i colori verso il giallino o varie tonalità di ocra e arancione, macchie, imperfezioni, fino ad effetti di degradazione molto più evidenti (muffa col pelo). Il sapone è inservibile.

Questo processo è abbastanza lungo, ma il sapone può cominciare ad irrancidire anche solo dopo pochi mesi se si sono scelti ingredienti troppo pretenziosi.

L’utilizzo di “conservanti” può aiutare a limitare e ritardare questo processo, ma insisto che va affiancato ad una buona strategia perché il loro uso davanti a progettazioni di ricette troppo ricche e fantasiose rimarrà pressoché inutile.

questo sapone era giallo chiaro quasi bianco appena fatto

 

Come possiamo aiutare il nostro sapone a durare di più?

1. Progettando bene il sapone

– limitando gli ingredienti che deperiscono in fretta (succhi, frutta, fiori, uova, latte)
– limitando la scelta di oli estremamente pregiati (in genere sono quelli che irrancidiscono prima)
– limitando l’utilizzo di oli essenziali che veicolano moltissime sostanze complesse e concentrate
– non utilizzare grassi o oli essenziali dopo la data di scadenza (o già irranciditi e ossidati)
– evitando sconti della soda eccessivi (oltre l’8%)
– utilizzando acqua il più demineralizzata possibile come quella proveniente dal deumidificatore casalingo oppure acquistabile al supermercato perché quasi priva di calcare

2. Aggiungendo degli antiossidanti e dei sequestranti, (“conservanti”) ovvero delle sostanze in grado di legarsi ai radicali liberi e attrarre gli ioni metallici presenti nell’acqua, responsabili dei processi di irrancidimento. L’utilizzo di antiossidanti/sequestranti aiuta a far durare il sapone più a lungo, evita la patina di calcare sui sanitari, riduce la bava del sapone, riduce la stagionatura.

Gli antiossidanti sono sostanze in grado di limitare e inibire il processo per il quale gli elettroni migrano da una molecola all’altra innescando reazioni chimiche che consumano ossigeno

Mentre la funzione del sequestrante è quella di “catturare” gli ioni metallici presenti nell’acqua, permettendo al sapone di legarsi meglio alla sporco e lavare in modo efficace. L’uso del sequestrante permette anche di evitare il precipitare di residui salini sul bordo dei sanitari, ossia quella brutta patina grigiastra che si intravede alla fine del lavaggio.

La scelta delle percentuali di utilizzo dei chelanti proposti varia in base alla durezza dell’acqua utilizzata (in particolare gli ioni più problematici sono quelli di ferro).

Tra le sostante che vengono largamente utilizzate e sono più facilmente reperibili e gestibili dai mastri saponai casalinghi perché eco-bio e dermocompatibili troviamo:

Oleoresina di Rosmarino

Il più efficace degli antiossidanti naturali e l’unico che resiste a contatto con la soda è l’oleoresina di rosmarino estratto dalla pianta del rosmarino (detta ROE). Si tratta di un estratto idroalcolico e oleoresina (prodotta con CO2 supercritica) derivanti dal Rosmarinus officinalis.
Ha un profumo molto deciso (non esattamente di rosmarino) e un colore molto scuro e anche un solo grammo porta la pasta di sapone ad un colore più aranciato.
Si può introdurre direttamente nel flacone degli oli per preservarli, senza poi inserirla al momento di fare il sapone.
L’oleoresina di rosmarino si utilizza all’0,1% del peso dei grassi (cioè 1g per Kg di grassi).
Non è riproducibile in casa, ma acquistabile on line con poca spesa e tanta resa.

http://naturaebellezza.forumfree.it/?t=60232626

qualche info in più sulla CO2 allo stato supercritico

Trisodio citrato:

Il citrato di sodio (o citrato di trisodio) è il sale di sodio dell’acido citrico. A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco inodore.

E’ tra i sequestranti più utilizzati. Facilmente reperibile e si può si può anche auto-produrre in casa partendo dall’acido citrico con aggiunta di acqua e idrossido di sodio.
Si presenta in sale (polvere bianca) ed è facilmente solubile in acqua. Lo potete acquistare QUI ed è utile per abbassare la durezza dell’acqua per esempio della lavatrice e produrre detersivi in casa.
Il sodio citrato si utilizza dall’1 al 3% del peso dei grassi del sapone (da 10 a 30g per Kg di grassi).
Non eccedere oltre il 3% perché potrebbe far precipitare il sapone dividendo la glicerina.
Si inserisce nell’acqua prima della soda e va ben disciolto con l’aiuto di un cucchiaio.

Fonti:

http://forum.promiseland.it/viewtopic.php?f=2&t=33770

http://naturaebellezza.forumfree.it/?t=69835622

http://ilcalderonealchemico.blogspot.it/2012/08/acido-citrico-nel-sapone.html

fare il sodio citrato in casa

Soluzione di Sodio Lattato al 60%

Il lattato di sodio è il sale sodico dell’acido lattico, un acido formato naturalmente dalla fermentazione batterica degli alimenti. Industrialmente viene prodotto dalla fermentazione batterica dell’amido e della melassa. Si utilizza anche come umettante o idratante nelle creme (ingrediente che tende a smollare le preparazioni se il ph non è ben bilanciato).

Inserito nel sapone aiuta a far evaporare più velocemente l’acqua consentendo di accorciare di un pochino i tempi di stagionatura, rende il sapone più duro e aiuta a mantenere la pasta di sapone più liquida per lavorazioni più lunghe e complesse (in particolare per il metodo a caldo).

Si inserisce dall’1 al 3% del peso dei liquidi utilizzati. Il peso del sodio lattato viene poi sottratto alla quantità d’acqua da impiegare nella formula. Sì, rileggete la frese precedente tre volte, quindi per esempio: l’acqua prevista per la ricetta è 350g, voglio inserire il sodio lattato al 2%. Il 2% di 350g è 7g. Quindi metto 7g di acqua in meno cioè 343g.

Fonti:
http://naturaebellezza.forumfree.it/?t=69726272

sodio lattato fai da te:
http://lola.mondoweb.net/viewtopic.php?f=19&t=28711
http://ilcalderonealchemico.blogspot.it/2013/03/lattato-di-sodio.html

Tetrasodio etidronato

Sequestrante potentissimo che si utilizza tra lo 0,1 e 0,4% del peso dei grassi. Il suo potere è molto più forte del sodio citrato o dell’oleoresina di rosmarino. Aiuta tantissimo a non far irrancidire il sapone. Secondo alcuni è un ingrediente controverso e poco biodegradabile e c’è da chiedersi se vale veramente la pena inserirlo in un sapone fatto a mano con tanto amore e scelte ingredienti sudate e coscienti. Purtroppo si trova solamente su alcuni siti specifici, ma la buona notizia è che con tutti gli accorgimenti adottati fin qui potete farne benissimo a meno.

Lo trovate in vendita qui e basta per il momento

Fonti:
http://forum.saicosatispalmi.org/forum/viewtopic.php?t=10713
http://naturaebellezza.forumfree.it/?t=68959982
Fonti di riflessione:
http://www.nononsensecosmethic.org/etidronati-sicuri-che-sia-lalternativa-ecologica-alledta/

Riassumendo:

possiamo benissimo fare a meno degli additivi sopracitati se ci atteniamo a queste semplici indicazioni:

– formulare il sapone con una buona percentuale di grassi saturi
– scontare la soda al massimo fino all’8%
– limitare nella formulazione oli e additivi che irrancidiscono in fretta
– limitare la profumazione (anche gli oli essenziali sono ricchi di sostanze che si degradano)
– far stagionare bene il sapone in un luogo asciutto e arieggiato al riparo dalla luce
– asciugare il più possibile la saponetta dopo l’uso (per esempio con un porta-sapone che non trattiene l’acqua) e non lasciarla dentro il bagno pieno di vapore
– non lasciare il sapone sotto la luce del sole

Personalmente ho notato che il sodio citrato e il lattato danno al sapone quel tocco professionale in più, rendendolo meno bavoso, più lucente e compatto, e lascia meno residui sui sanitari. Sicuramente aiuta un pochino per lavorare con i colori e tenere la pasta fluida un po’ più a lungo. Parliamo comunque di piccole differenze visibili solo agli occhi più esperti.

Il tetrasodio etidronato non mi ha impressionato particolarmente dal momento che cerco di consumare le barre di sapone entro massimo 3 anni e le conservo accuratamente. Però davanti alla poca biodegradabilità rimango perplessa quindi non credo che lo sperimenterò ulteriormente.

L’oleoresina di rosmarino non la utilizzo da abbastanza tempo da poter notare differenze (non ho ancora campioni abbastanza vecchi da poter verificare se ne vale davvero la pena), ma a detta degli esperti sembra essere eccezionale e in ogni caso è altamente biocompatibile.

Quindi valutate con coscienza come progettare il vostro meraviglioso sapone e sperimentate!

Altre fonti utilizzate:

http://www.nononsensecosmethic.org/espedienti-saponieri/

http://saponescientifico.altervista.org/lezioni-irrancidimentodelsapone/

8 pensieri su “I conservanti del sapone

    • Ciao! Mi fa piacere essere stata utile! Il sodio gluconato è un chelante, quindi una sostanza chimica che intrappola gli ioni di calcio, ferro e rame (più metalli ci sono in giro, meno lava il sapone). Se ne aggiunge una piccola quantità disciolta nell’acqua della ricetta e aiuta nella conservazione del sapone e nello scioglimento del residuo del lavaggio. Io non l’ho ancora provato dal momento che ne ho testati altri che avevo disponibili, ma sarà tra i miei prossimi acquisti dal momento che sembra estremamente biodegradabile. Trovi un approfondimento sui chelanti qui: http://princessblonde.it/2017/02/17/conservanti-del-sapone/

    • Ciao!
      Per saponificare completamente i grassi serve una certa quantità di soda. Quando si fa il sapone in casa e si scelgono grassi pregiati in genere si sceglie di non saponificarli del tutto per ottenere saponi più ricchi e più delicati sulla pelle. Per non saponificare completamente i grassi bisogna abbassare la quantità di soda applicando uno sconto (operazione che viene fatta in percentuale sul peso della soda). Di solito per la preparazione del sapone per corpo casalingo si sconta il peso della soda tra il 5 e l’8%.

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