Come far durare di più il sapone naturale

Buone pratiche dalla progettazione all’utilizzo del sapone

Il sapone naturale è un prodotto più delicato da maneggiare rispetto alle saponette industriali. Queste sono prodotte attraverso processo che elimina quasi completamente l’acqua per ottenere un prodotto più duraturo nel tempo e che non fa irrancidire gli ingredienti di origine naturale. Il sapone prodotto in casa a fine lavorazione mantiene molta acqua all’interno e gli ingredienti naturali inseriti possono far irrancidire le saponette. Per questo motivo le saponette autoprodotte non sono indicate per profumare i cassetti della biancheria. Inoltre il sapone naturale contiene glicerina e in presenza di umidità potrebbe “trasudare”.

I saponi autoprodotti durare a lungo hanno bisogno di alcuni piccoli accorgimenti che vanno dalla progettazione all’utilizzo.

In ricetta:

Per progettare un sapone durevole dobbiamo inserire molti grassi saturi (solidi) come l’olio di cocco, i burri, sego e strutto, olio di palma. Una buona percentuale di questi grassi ci garantisce un sapone duro e più durevole di un sapone più molle.

Dobbiamo poi considerare che ci sono oli ricchi di acidi grassi che possono arricchire il sapone naturale con le loro proprietà grazie allo sconto della soda che lascia liberi in parte questi grassi. Ma allo stesso tempo la parte dei grassi che non viene saponificata durante il processo subisce una naturale degradazione a contatto con l’aria. Anche ingredienti come gli oli essenziali o gli oleoliti possono favorire l’irrancidimento. Gli ingredienti pregiati vanno dosati con moderazione. Il sapone potrebbe coprirsi di macchie o addirittura cambiare completamente colore tendendo all’arancione-giallo. Il sapone è irrancidito e come qualsiasi prodotto avariato non esplica più la sua funzione in maniera ottimale. Potrebbe anche aver creato l’ambiente ideale per batteri e muffe e quindi non è più indicato per la cosmesi personale. Non è più nemmeno indicato per il bucato e non resta che buttarlo.

un pezzo di Marsiglia di 5 anni fa

un pezzo di Marsiglia di 5 anni fa

Un ambiente umido può far proliferare anche le muffe, quindi dobbiamo evitare di usare attivi troppo zuccherini o troppe farine. Anche gli infusi utilizzati al posto dell’acqua possono predisporre il sapone ad un irrancidimento precoce.

Alcuni libri e articoli sostengono che il sapone naturale non ha scadenza. Non è vero! Tutti i saponi naturali irrancidiscono e possiamo solo cercare di limitare questo effetto e operare alcune azioni che possono incidere sulla loro durata nel tempo. Forse quello di Marsiglia da bucato con un surplus di soda è il più indicato per l’invecchiamento e si dice che migliori le sue proprietà, ma mio parere un sapone naturale non dovrebbe essere conservato per troppi anni. Ad ogni modo osserviamolo sempre e se ci sono segni di muffa o irrancidimento, buttiamolo.

Nel sapone naturale possiamo inserire dei sequestranti e degli antiossidanti che possono allungare la durata delle nostre saponette come l’oleoresina di rosmarino, il sodio citrato, il sodio lattato, il sodio etidronato considerati sicuri e abbastanza “naturali”.

Ad ogni modo possiamo utilizzare attivi e oli ricchi in maniera ragionata per produrre un sapone che verrà utilizzato entro sei-otto mesi e conservato in maniera ottimale. Inoltre una saponetta prodotta con pochi saturi una volta stagionata risulta abbastanza durevole e consistente da non spappolarsi ed è molto più delicata. Insomma cerchiamo sempre di tenere conto della data di produzione e affrettiamoci ad usare le barre di sapone che possono irrancidire prima. Alla fantasia della ricetta cerchiamo di affiancare un po’ di moderazione.

Stagionatura:

Per far durare di più il sapone naturale è importantissimo procedere ad una stagionatura completa di almeno 5 settimane. Il sapone una volta sformato o tagliato deve essere riposto su una superficie dove possa asciugarsi su tutte le facce, come una griglia da forno, oppure su carta da forno e rigirato ogni giorno. Le saponette devono essere ben distanziate senza toccarsi e lasciate asciugare per almeno 5 settimane. L’utilizzo di un deumidificatore nell’ambiente di stagionatura può migliorare il processo, ma non accelerarlo. Fare il sapone costa tanta pazienza! L’attesa viene degnamente premiata! Provate un pezzettino di sapone dopo un mese, un altro dopo due mesi e un altro dopo tre. Capirete subito la differenza: il sapone ben stagionato è migliore, più solido, più efficace, più delicato, fa una schiuma più stabile, più durevole! Vale la pene di aspettare qualche settimana in più.

stagionatura sapone

Conservazione:

La conservazione dalla fine della stagionatura al momento dell’utilizzo deve avvenire in un posto fresco e asciutto, al riparo dalla luce solare, magari all’interno di una scatola di cartone avvolto in un po’ di carta da cucina. Se l’ambiente non è umido il sapone così conservato può durare da qualche mese a qualche anno.

Utilizzo:

Al momento dell’utilizzo in bagno bisogna fare attenzione a far asciugare completamente il sapone tra un utilizzo e l’altro. Un portasapone che isoli il sapone dall’acqua è fondamentale. Se il sapone si asciuga sempre può durare molto di più, mantenere la sua durezza originale e praticamente non irrancidire prima dell’esaurimento. Se viene lasciato a contatto con l’acqua può sviluppare muffe, spappolarsi facilmente e se contiene pigmenti colorati macchiare le ceramiche del bagno.

portasaponetta

Far durare il sapone naturale è una pratica composta di piccole attenzioni! C’è tanto amore dietro una saponetta artigianale, trattiamo questo oggetto con l’attenzione che merita.

Conservate con amore il vostro sapone naturale sia al momento in cui vi viene regalato, sia quando lo utilizzate e riponete nel portasapone e vi ricompenserà fedelmente con la sua dolcezza e delicata pulizia!

Date un’occhiata:
Il sapone scientifico

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