Perché produrre da sé i prodotti per l’igiene e la pulizia

L’uso dei detersivi o dei detergenti può favorire o peggiorare alcune patologie a carico della pelle o dell’apparato respiratorio a causa di molte sostanze che permangono nel bucato (che noi crediamo pulito) o sulla nostra pelle. L’igiene è diventata un business che ben poco ha a che fare con la detersione ma molto di più con la vendita di sensazioni attraverso etichette rassicuranti. L’importante è che il consumatore non arrivi a farsi domande (infatti la sezione degli ingredienti sui prodotti occupa al massimo il 2% dell’etichetta), ma venga rassicurato su ciò che compra da grandi scritte come “delicato”, “anallergico”, “testato”, “indicato per i bambini”, che molto spesso si rivelano poco veritiere.

La scelta di produrre detersivi e detergenti naturali è maturata proprio davanti alle considerazioni di cosa contengono i prodotti che utilizzo quotidianamente e che effetti collaterali hanno sulla salute e sull’ambiente.

Spesso per la strada noto che molte persone lasciano la scia di profumo e spesso si tratta del profumo del bucato. Rimango inorridita al pensiero di quanto resistenti siano gli additivi del detersivo, di quanto ne usiamo (sempre troppo pensando che la quantità determini la pulizia finale) e di quanto queste sostanze influiscano anche sul nostro naso. Come prima cosa sviluppiamo l’anusia (diventiamo meno sensibili ai profumi) proprio a causa dell’eccessivo uso di profumi che facciamo. Sono profumati i nostri capi, ma anche le nostre creme, i prodotti per i capelli, i nostri pavimenti devono odorare di pino e gli ambienti riempiti di deodoranti. Molto spesso la scelta sul prodotto da acquistare si basa proprio sulla scelta della profumazione. Il profumo è considerato una delle prime sostanze a bollino rosso dal Dott. Zago (autore del Biodizionario) perché sia che sia naturale sia sintetico è un potenziale allergizzante. Potenziale vuol dire che può far venire fuori irritazioni serie, chiazze, escoriazioni all’istante o semplicemente far sviluppare lentamente problemi respiratori o ben peggio a lungo termine oppure non produrre nessun effetto. Da quando realizzo artigianalmente il sapone da bucato ho avuto modo di apprezzare la “delicatezza” della profumazione. Il bucato esce col profumo di pulito, ovvero quasi inodore eccetto per una leggera sensazione che ricorda il sapone. E anche il mio naso è molto più sensibile perché meno tartassato da profumi a destra e a manca. Adesso quando sento una capo che profuma di lavanda, violetta o eucalipto, non ho affatto la sensazione del pulito! Lo stesso vale per il sapone per il corpo, lo preferisco non profumato e quando inserisco oli essenziali o fragranze la mia pelle non ne cattura il profumo. Dobbiamo riabituarci a classificare gli odori: profumo non vuol dire pulito!

Inoltre all’interno dei detersivi e detergenti in commercio ci sono molti altri ingredienti “dannosi” e un’eccessiva esposizione a prodotti chimici può portare a danni a carico del sistema endocrino,immunitario, neurologico o addirittura a mutazione di alcuni geni. La maggior parte dei tensioattivi utilizzati sono derivati dal petrolio che ormai sappiamo non essere il massimo per la nostra pelle e contribuiscono in maniera seria all’inquinamento ambientale. Moltissime sostanze igienizzanti uccidono o compromettono la flora naturale della pelle rendendola più esposta. Questo può avvenire attraverso l’utilizzo di prodotti per la cosmesi, come attraverso i prodotti per la pulizia della nostra casa o del bucato. La pelle assorbe parte degli ingredienti nocivi portandoli all’interno del nostro corpo e lentamente ci avveleniamo. Lo stesso vale per i prodotti per la pulizia senza risciacquo che lasciano deliberatamente uno strato sulle superfici, dal pavimento (dove gattonano animali e cuccioli di ogni genere), ai ripiani della cucina dove appoggiamo gli alimenti, ai sanitari!

Inoltre il problema dell’inquinamento ambientale è insostenibile. Noi abbiamo il bucato pulito e i nostri figli avranno problemi a procurarsi l’acqua potabile e si chiederanno perché mai avevamo questa fissazione del detersivo dappertutto. Sversare sostanze tossiche negli scarichi coinvolge tutto il sistema idrico mondiale e di approvvigionamento del cibo presente e futuro. Le sostanze utilizzate per l’igiene domestica hanno una grossa parte di responsabilità (certo meno dell’industria, ma sempre molto consistente) Il detersivo inquina il mare, inacidisce gli oceani, fa morire i pesci, quelli che non muoiono li mangiamo e li facciamoocean-plastic-full-2015-515x333 mangiare ai capi che poi macelliamo (la maggior parte dei mangimi viene prodotta con scarti della pesca), la carne ricca di tossine e metalli pesanti entra nel nostro organismo e noi sviluppiamo le malattie più strane e inguaribili. La terra viene irrigata con l’acqua inquinata delle falde e Diosolosà che danno irreparabile abbiamo creato per un lungo futuro in poche decine di anni. Senza contare la plastica che contiene il detersivo che ha più o meno lo stesso destino (ebbene sì, ci mangiamo anche quella perché non esiste degradazione efficace per questo prodotto miracoloso).

A seguito di queste considerazioni mi sento meglio con me stessa producendo da me ciò che serve per la mia igiene e il mio bucato perché posso considerare l’impatto sulla salute e sull’ambiente di ogni singolo ingrediente inserito, risparmiare la plastica degli imballaggi e avere la certezza di non spalmarmi alcun “veleno” addosso.

In sintesi: Perché produrre da sé i prodotti per l’igiene e la pulizia?

  1. Risparmio economico
  2. certezza degli ingredienti inseriti
  3. bassissimo impatto ambientale in fatto di inquinamento
  4. guadagno in salute
  5. basso costo energetico e abbattimento dei costi di trasporto e relativo inquinamento
  6. coscienza personalesapone lavatrice autoprodotto

In alternativa all’autoproduzione esistono molte ditte serie che producono detersivi e cosmetici sempre più attenti alla salute e all’ambiente e imparare a fare lo slalom tra le enormi scritte dei flaconi è possibile con un po’ di studio e pazienza, ma vi assicuro che una volta individuati gli ingredienti dannosi e le parole chiave sarà tutto più semplice! Inoltre il web ci aiuta a conoscere meglio e più da vicino queste ditte e a capirne la filosofia. Solitamente chi si vanta di fare ottimi prodotti ci tiene a farlo capire indicando chiaramente ingredienti e certificazioni, con un’etichetta ricca di informazioni esaustive e non con slogan terroristici.

Possiamo aiutarci nella scelta anche con diverse applicazioni per il cellulare che rendonoecolabel_logo1-1 più umanamente comprensibile l’INCI di un prodotto (vale la pena di provarne una!), oppure possiamo affidarci al marchio Eco-label (che certifica che il prodotto ha un basso impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita). Per contro le applicazioni possono sempre ritenere più o meno aggressivo un prodotto per indurvi a comprarne un altro (scelto da loro!) ed etichette e certificazioni certificano fino ad un certo punto a causa di alcuni furbetti.

Non esistono ingredienti sicuri per la salute o per l’ambiente e potremo discutere della pericolosità degli ingredienti che terminano in -eth, piuttosto che dell’impatto ambientale dell’aceto. Insisto che solo un po’ di coscienza e di studio ci possono davvero aiutare a far luce! Il Biodizionario è uno strumento utile a questo scopo!

Tutti possiamo contribuire in maniera sostanziale per l’ambiente attraverso le nostre piccole scelte quotidiane. Diventate la centesima scimmia!

Per approfondire:

Detersivi rischi e abusi

Terranuova

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