Sapone Vegan al Rosmarino e al Basilico

sapone all’olio d’oliva
e oli essenziali rinvigorenti

 

Questa ricetta di sapone vegano mi piace molto e l’ho utilizzata diverse volte in questa stagione perché ricca di olio d’oliva, un tocco di burro di cacao e una goccia di olio di ricino. Con questa ricetta ne esce un sapone ricco e cremoso, il tipico tocco dell’olio d’oliva, ma allo stesso tempo abbastanza duro (per la presenza di burro di cacao e olio di cocco) e con un minimo di schiuma che “corregge” leggermente la bavetta (azione dell’olio di ricino e del burro). Con ricette con pochi grassi saturi come questa si può lavorare a lungo con i colori dal momento che la miscela rimane molto liquida fino alla fine e il nastro è molto lento a comparire. Sulla pelle risulta estremamente ricco e nutriente.

Qui ho realizzato due lotti di sapone in due diversi momenti con la stessa ricetta, con profumazione al Rosmarino per la prima e al Basilico per la seconda. La scelta dei profumi è stata anche dettata dal costo degli oli che per queste fragranze è molto basso.
L’olio essenziale di rosmarino è stimolante per il sistema nervoso e favorisce concentrazione e memoria. Sulla pelle è astringente e depurante ed è di valido aiuto nei casi di cellulite.
L’olio essenziale di basilico è pure stimolante per il sistema nervoso, ma agisce particolarmente sull’affaticamento e lo stress e favorisce il rilassamento. Sulla pelle svolge un’attività tonificante e antisettica.

Procedimento:
Nell’acqua ho disciolto il sodio lattato (nella misura del 2% dei liquidi) e il sodio citrato (2% del peso dei grassi). Ricordo che il peso inserito in sodio lattato deve essere sottratto all’acqua. In questa ricetta l’acqua prevista è 380g, ma ne inserisco 7,6 di sodio lattato, quindi la quantità di acqua finale per la ricetta è 380-7,6= 372,4g.

Quando il sodio è ben disciolto nell’acqua inserisco la soda che ho scontato del 5% e lascio riposare sul balcone (l’inverno aiuta a ridurre il tempi di attesa per il raffreddamento).

Passo a preparare i grassi. Prima di tutto il burro di cacao che è abbastanza duro a temperatura ambiente. Lo sciolgo a parte per primo a fuoco delicatissimo. Quindi spengo il fuoco e aggiungo l’olio di cocco che si scioglie velocemente sopra i 25°C. Quando si sono raffreddati un poco aggiungo un po’ olio di oliva per diluire un po’ i grassi saturi ed evitare che si ri-solidifichino subito.

Quindi passo a preparare i colori e i profumi. Utilizzo un po’ di olio di ricino per diluire i pigmenti con una piccola frusta in modo da disperderli bene. Ho utilizzato il verde (ossido verde), il nero (ossido nero) e il biossido di titanio per sbiancare un po’ la pasta dal momento che è presente molto olio d’oliva che tende al giallino. L’ossido nero è davvero molto coprente e ne basta un cucchiaino scarsissimo per rendere completamente plumbea la dose che ci serve.

Per il profumo ho optato per l’olio essenziale di rosmarino in una versione e per quello di basilico nell’altra. Ho inserito 15mL (un po’ meno di quanto suggerisce il soapcalc di olio essenziale per Kg di grassi, miscelato ad un po’ di amido di riso.

A questo punto la temperatura dei grassi è scesa ancora un po’ quindi aggiungo il rimanente olio d’oliva l’olio di oliva e di ricino. Gli oli ci mettono poco a scaldarsi, ma tantissimo a raffreddarsi, quindi è meglio evitare di surriscaldare tutti gli oli insieme altrimenti ci vogliono ore perché raggiungano la temperatura ideale per essere miscelati.

Quando liquidi e grassi raggiungono circa i 30°C, miscelo e comincio a frullare, appena la soluzione si è sbiancata ne verso 100/200mL nelle caraffe precedentemente preparate con gli ossidi colorati e inserisco l’olio in cui ho disperso il biossido di titanio. Altra frullatina veloce alla pasta che comincia a sbiancarsi e inserisco la profumazione. Frullo finché la miscela è completamente omogenea, senza arrivare al nastro. Quindi passo a frullare i colori, prima il verde e poi il nero. Non frullo fino al nastro perché il tempo che passa per preparare i colori già fa indurire un pochino la pasta di sapone. L’importante è essere sicuri che il tutto sia molto omogeneo. La parte di pasta di sapone colorata tende a diventare più consistente in brevissimo tempo, specie quella con l’ossido nero, quindi dobbiamo tenere conto anche del tempo che trascorrerà tra la preparazione dei colori e l’inserimento nello stampo.

Ho versato nello stampo fino ad 1/3 la pasta bianca e poi ci ho “gocciolato” dentro in maniera casuale la pasta di sapone verde e nera, poi di nuovo quella bianca e via alternando i colori fino ad esaurimento. Bisogna cercare di creare delle strisce irregolari a caso per tutta la lunghezze e larghezza dello stampo evitando di versare troppa pasta tutta insieme.


Dall’altezza da cui si versano i colori e in ragione della loro densità le macchie, o disegni che ne derivano sono molto differenti. Una volta versati tutti i colori nello stampo passiamo a rendere più caotico il disegno e ad uniformarlo in maniera tale che sia molto scenografico al taglio verticale della barra.

Procedo con il fil di ferro inserendolo per tutta la lunghezza della barra cercando di fare degli “8” per portare la pasta sul fondo più in superficie e mischiare quella dello strato superiore. Sbatto delicatamente lo stampo per evitare le bolle d’aria e al solito l’operazione più difficile: dimenticarsi della barra per almeno 24 ore! Essendo inverno e lavorando a bassa temperatura evitiamo di riporre la barra in una stanza stroppo fredda. La temperatura deve essere “ambiente” intorno ai 20°, altrimenti il sapone potrebbe non saponificare correttamente in maniera uniforme perché disperde il calore della reazione troppo velocemente.

Ho provato a spruzzare la superficie della barra con alcol buongusto dal momento che le saponaie americane usano spruzzare alcol isopropilico per evitare la formazione della soda-ash. Certo non è lo stesso alcol, ma la teoria è buona lo stesso. Purtroppo l’ alcol isopropilico non si trova così facilmente e sembra ancora abbastanza discusso per pericolosità, impatto ambientale, possibile tossicità ecc… quindi c’è da chiedersi se ha senso inserirlo in una preparazione home-made piena d’amore e di attenzione per la salute come il sapone. Sulla barra al basilico ne ho spruzzato davvero tanto (anche perché il top era liscio ed è stato più facile) e devo dire che la polvere di soda è meno pronunciata anche se non del tutto assente. Sulla barra al rosmarino che aveva il top più lavorato, l’ho spruzzato dopo un’ora (mi sono distratta) e la polvere di soda alla fine si è creata lo stesso.

Devo dire che l’effetto non è omogeneo si vede come se la polvere fosse stata “spruzzata” appunto.

Al momento del taglio dopo 24 ore la barra era abbastanza dura da non deformarsi e ho sezionato le fette con facilità. Il taglio in assoluto è il momento più bello, carico di aspettative e di curiosità: mi sono stupita per la bellezza e intensità dei colori che sono rimasti molto brillanti. I disegni erano ben definiti e non sbavati, abbastanza simili a come l’avevo progettato per la barra al basilico, un po’ meno definiti e più eterei nella barra al rosmarino dove avevo lavorato con soda e grassi tra i 25° e i 27°C. Il profumo è eccezionale! Gli oli essenziali sono imbattibili. Molto intenso e fresco, ma allo stesso tempo rilassante e meditativo.

Questi saponi vanno trattati con cura e lasciati asciugare bene dopo ogni utilizzo perché l’olio d’oliva rende il sapone un po’ molle e tende a creare quella meravigliosa bavetta nutriente. Curate il vostro sapone e vi ricompenserà con le sue coccole profumate!

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