Questo sapone all’olio di oliva e perle di jojoba è stato una bellissima coccola per entrare nell’inverno grazie alla sua delicata bavetta nutriente.
Il sapone all’olio di oliva in genere è la primissima ricetta che si realizza perché l’ingrediente principe è facilmente reperibile e ha ottime proprietà idratanti ed emollienti.
Infatti era molto tempo che non realizzavo un sapone con una grossa percentuale di olio di oliva, sopratutto perché la famigerata “bavetta” non è molto apprezzata e ho sempre tentato di “correggerla” con altri oli di semi o con grassi saturi. Ma dopo tanto mi è venuta voglia di riprovare a fare un bel sapone ricco di olio di oliva in barba a chi non apprezza la bavetta.
Ho inserito anche un po’ di olio di cocco per migliorare la consistenza, un po’ di ricino per la schiuma e un po’ di burro di cacao per arricchirlo ancora di più.
Volevo una bella barra di sapone bianca perché i saponi bianchi danno sempre una sensazione che rimanda al pulito e alla delicatezza. Ma dal momento che sono un “gemelli” due secondi dopo ho deciso di farlo bicolore e inserire le perline di jojoba per un delicato effetto esfoliante. I colori sono sempre realizzati con pigmenti minerali, il biossido di titanio per il bianco e l’ultramarino blu per la parte colorata che volevo abbinare al colore delle perle di jojoba.
Per quanto riguarda la profumazione ero indecisa (di cosa dovrebbe profumare il bianco? E il blu?) e quindi ho optato per una fragranza sintetica di Manske alla vaniglia.
Lo sconto della soda l’ho applicato al 5% perché con questa percentuale mi trovo molto bene e non rischio troppo per quanto riguarda l’eventuale irrancidimento precoce del sapone.
Dovendo lavorare con i colori ho inserito il 35% di acqua anche se con tanto olio di oliva in teoria ne sarebbe bastata anche meno dal momento che non fa un nastro troppo denso e veloce.
Ho incominciato dalla fase acquosa, pesando attentamente il sodio citrato e il sodio lattato da inserire nell’acqua (purtroppo avevo finito l’etidronato). Li ho inseriti uno alla volta, mischiando ben bene finché il citrato non si è disciolto completamente e poi ho inserito la soda (sempre con guanti, occhiali e mascherina sul davanzale). Mentre attendevo che la soda arrivasse alla temperatura desiderata (intorno ai 30°C), ho cominciato a preparare il piano di lavoro e tutti gli altri ingredienti. Ho scaldato solamente il burro e l’olio di cocco. Nell’olio di ricino ho inserito i pigmenti in due recipienti diversi e con una piccola frusta li ho dispersi. Quando gli oli solidi si erano raffreddati un po’ ho aggiunto l’olio di oliva. Ho pesato la fragranza e l’ho messa da parte.
Quando la soda e i grassi hanno raggiunto i 25° ho unito le fasi e ho cominciato a frullare. Dal momento che era presente molto olio d’oliva il nastro ci ha messo parecchio a comparire e non ho insistito troppo perché volevo mantenere la miscela abbastanza liquida. Ho diviso il sapone in due parti che ho versato nelle caraffe dei pigmenti e ho frullato ben bene per disperdere in maniera omogenea i pigmenti. Già qui il nastro era molto più pronunciato e la pasta era già più densa di quanto avessi voluto. Nella pasta bianca ho aggiunto due cucchiai da the di perle di jojoba e le ho miscelate con la spatola.
Poi c’è stato il dramma: ho versato la fragranza e la pasta di sapone si è solidificata all’istante! Ha preso la consistenza del budino! Tutto questo perché ho inserito una fragranza per cosmetici e non adatta al sapone. Consiglio caldamente quando si acquistano materie prime con etichette in lingua straniera (che non si capisce) di appiccicare una chiara spiegazione che chiarifichi la destinazione d’uso e le percentuali. Purtroppo sulle buonissime fragranze di Manske c’è scritto genericamente “fragranza” e non “fragranza per sapone” quindi è bene segnare chiaramente e dividere quelle indicate per essere inserite nel sapone e quali sono destinate ai cosmetici. Davanti a questa rivelazione scioccante, dopo qualche imprecazione per fortuna ho avuto la prontezza di provare lo stesso a versarlo nello stampo. Sembrava una ricotta, l’ho picchiato ripetutamente con la spatola per cercare di spalmarlo nello stampo in silicone e ho sbattuto ben bene lo stampo sul piano per cercare di livellarlo. Poi ho versato sopra la pasta blu e ho cercato di decorare la barra con uno swirl infilando ripetutamente il fil di ferro attraverso i due strati di colore. Ho messo il sapone a riposo con grande sconforto e ho pazientemente atteso un paio di giorni.
Quando ho sformato la barra è uscita agevolmente dallo stampo e al taglio mi sono rasserenata perché sono riuscita a compattare abbastanza la pasta e il risultato finale era rustico, ma decisamente piacevole. Anche la durezza era soddisfacente al taglio, le fette non si sono spappolate. La fragranza era molto leggera, l’ho messa all’1%, perché era la prima volta che la usavo.
Nonostante l’ammassamento improvviso la fragranza era ben distribuita e miscelata nella pasta.
Dopo 10 settimane di stagionatura ho provato questo sapone e ne sono rimasta molto soddisfatta: la bavetta dell’olio d’oliva è presente, ma è bella ricca e corposa, meno “viscida” di un sapone 100% oliva. In questi giorni in cui comincia la stagione invernale e le mani cominciano a screpolarsi , con questo sapone ho notato la differenza: la pelle è più idratata, più liscia e più nutrita.
Le piccolissime perle di jojoba si avvertono appena e esfoliano davvero in maniera delicatissima. La profumazione è quasi impercettibile.
Il sapone è approvato a pieni voti per la semplicità della ricetta e la resa finale molto bilanciata e gradevole sulla pelle!